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Toxoplasmosi e gravidanza: ecco perché non devi preoccuparti del tuo gatto

Stai attenta ai gatti”.

“Evitali”. 

“Non li accarezzare”.

“Non andare in casa di chi ha gatti”.

“Non sederti sull’erba nei parchi, che ne sai che non ci ha fatto pipì un gatto”. 

Dopo qualche giorno o settimana di astinenza dai gatti, la tua natura frustrata di gattara comincerà a scalpitare. E se commenterai l’errore di cercare nei forum su internet maggiori informazioni, troverai una marea di storie incredibili. Per intenderci, storie della serie: “Mio cugino mi ha detto che da bambino una volta è morto“.

Insomma: a credere a tutto quello che si racconta online, la toxoplasmosi te la prendi anche se un gatto (nero o meno) ti attraversa la strada.

Ma la realtà, sorelle gattare incinte, è tutt’altra. E potete tirare un sospiro di sollievo, perché: il contagio può avvenire solo se si realizzano contemporaneamente varie condizioni, tutte – prese singolarmente – necessarie, ma non sufficienti.

Toxoplasmosi e gravidanza: i fattori che portano al contagio

Volete sapere quali? Ecco, punto per punto, quello che abbiamo imparato dal nostro veterinario di fiducia.

  1. Intanto, per potervi attaccare la toxoplasmosi, il gatto deve avere la malattia in quel momento. Sembra una banalità, ma è un dato da tenere a mente: solo il 50% dei gatti risulta toxo-positivo.
  2. Inoltre, non basta che il gatto sia toxo-positivo: deve anche essere nel periodo contagioso. Questa fase dura all’incirca un mese, di cui i giorni più a rischio sono solo 15. Durante queste due settimane, il gatto può eliminare il parassita attraverso le feci sotto forma di oocisti (sorta di microscopici “ovetti”, per intenderci).
  3. Per poterci infettare, questo oocisti, questo “ovetto” deve poter maturare. Il termine esatto è “sporulare” e la sporulazione avviene solo se: a) c’è abbastanza tempo, circa 72 ore; b) la temperatura dell’ambiente è tra i 14 e i 28 gradi; c) il clima è sufficientemente umido.

Ora: se parliamo di gatti di casa, è vero che nelle nostre abitazioni la temperatura è abitualmente compresa tra 14 e 28 gradi, e possiamo anche aggiungere che sì, il clima si sta facendo sempre più umido (mai sentito parlare di tropicalizzazione, anyone?).

Ma il fattore tempo, necessario per far aprire l’ovetto del parassita, gioca a nostro favore. Qualunque padrone di gatto coscienzioso sa che la lettiera va cambiata ogni giorno. O meglio, riformulo.

Qualunque schiavo bipede di un signore e padrone gatto sa che il suo signore e padrone non fa i propri regali bisogni in una lettiera vecchia di oltre 24 oltre.

Su dai, non scherziamo. Lettiera vecchia, che volgavità.

E la scienza sarà pure un cimitero di errori, come dicono Popper e Antiseri, ma sulla sporulazione del toxoplasma non ci sono dubbi: le tempistiche sono quelle, punto.

Pulire la cassetta del gatto durante la gravidanza

Basta rispettare un paio di regolette igieniche che definirei molto, molto basic: non toccate la lettiera sporca direttamente e lavatevi bene le mani dopo avere svuotato la cassetta.

Ma diciamo che ambedue le pratiche sono buona norma anche se non siete una donna in dolce attesa.

Certo, svuotare la cassetta del gatto non è un’incombenza particolarmente piacevole. E allora, seppure abbiamo visto che realizzare quotidianamente questa operazione non espone a rischio né voi, né il vostro bambino to-be, potete sempre “fare la parte”: e la lettiera fatela cambiare ai terroristi anti-felini.

Sono sicura che anche il vostro signore e padrone gatto approverebbe.

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