Come potenziare l'attitudine alla matematica nei neonati e bimbi piccoli
La ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato che la capacità di comprendere e operare con i numeri e le quantità sia una potenzialità innata nei bambini.
Si chiama intelligenza numerica.
Ma sebbene sia innata, questa capacità può essere potenziata e sviluppata fin da quando i nostri figli sono piccolissimi.
Come?
Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Ilaria Ceccarelli, logopedista FLI-Federazione Logopedisti Italiani, che ci ha spiegato cos’è l’attitudine matematica e quali attività possiamo proporre ai bambini, a seconda della loro età.
“Il nostro cervello ha un’elaborazione della quantità molto precoce. Basti pensare che un neonato in braccio alla mamma, che non è ancora in grado di chiamarla per nome, sa perfettamente che è 1. E se all’improvviso arrivasse il papà, saprebbe riconoscere che 1 è diverso da 1.
Ci sono tantissimi studi riguardo a bambini di pochi mesi che, attraverso il cambiamento di suzione, si dimostrano sensibili al cambiamento di quantità.
Antell e Keating, che si sono interessati alla cognizione numerica, hanno confermato come neonati di circa 10 giorni di vita riescano a differenziare insiemi di 2 o 3 elementi.
Brian Butterworth nel suo libro “Intelligenza matematica – vincere la paura dei numeri scoprendo le doti innate della mente” ha tentato di dimostrare che l’uomo ha un “Modulo Numerico” innato che condivide con specie non umane. Questo modulo ha la funzione di “classificare il mondo in termini di quantità numerica, o numerosità“.
Prima ancora di imparare a parlare, l’uomo ha dovuto imparare a interpretare il mondo attraverso la quantità.
Per i nostri più lontani antenati, ad esempio, era importante saper riconoscere se ci si trovava di fronte a 1 predatore oppure a 3.
L’intelligenza numerica è potentissima.
Oggi l’intelligenza numerica viene stimolata solo con l’ingresso nella scuola, attraverso un apprendimento di tipo formale. Ma anche se questa capacità è innata, è possibile potenziarla”.
Quanto e quando si possono aiutare i bambini piccoli ad avere un’adeguata confidenza con la matematica?
“Fin dalle primissime fasi di sviluppo. La letteratura scientifica in materia ci dice che:
I bambini meno stimolati avranno probabilmente difficoltà a scuola in matematica.
Dunque è doveroso non lasciare la cognizione numerica, come invece spesso accade, al solo sviluppo spontaneo, ma utilizzare strategie educative e interventi adatti a potenziarla”.
Noi genitori come possiamo aiutare i nostri figli a coltivare e potenziare questa abilità?
“Un interessante spunto viene dato dal volume “Intelligenza numerica nella prima infanzia – 18-36 mesi” (Erickson edizioni) che riguarda appunto i bimbi da un anno e mezzo ai tre anni e scritto da Daniela Lucangeli, Adriana Molin e Silvana Poli.
Questo libro è uno strumento non solo per educatori, ma anche e soprattutto per mamme e papà che non vogliono lasciare soli i propri figli nello sviluppo dell’intelligenza matematica.
Contiene oltre 100 tavole a colori, con illustrazioni chiare e semplici, con a fianco delle domande focus.
Attraverso questo percorso i bambini, sollecitati da un adulto consapevole, apprenderanno a confrontare e stabilire relazioni tra grandezze diverse, differenziare piccole numerosità e formulare semplici ragionamenti, sviluppando così i precursori del conteggio e delle operazioni aritmetiche.
È ovvio però che la più potente stimolazione è quella che può fare un genitore con il proprio figlio, fin da piccolissimo, durante le attività e le routine quotidiane”.
Ecco le attività che possono aiutare i vostri figli a potenziare la loro intelligenza numerica.
1) Di più, di meno (dall’anno e mezzo ai due anni)
Durante il momento della pappa: mamma e papà potrebbero giocare con più piatti contenenti diverse quantità ben identificabili (un pezzettino di mela, tre di pera) e verbalizzare con il bimbo sulle quantità. “Mamma ha di più! Papà ha di meno!”
La mamma potrebbe invitare il bimbo a scegliere dove è di più, dove è meno.
L’importante è cercare sempre di variare le quantità entro il numero 3 perché i bambini di quest’età non riescono a differenziare cambiamenti di quantità maggiori.
Tanta stimolazione può avvenire durante il momento del gioco. Papà e mamma possono divertirsi giocando con gli insiemi. Il gioco della fattoria si adatta benissimo: dove sono più pecore? Dove meno galline?
Se invece siete fuori casa, durante una passeggiata: la mamma può verbalizzare ciò che la circonda, sottolineando sempre in termini di “più o meno” le quantità: es. “Sull’altalena ci sono meno bambini che sullo scivolo”.
2) Tanti, pochi e uno solo (dai due ai tre anni)
Dai due anni circa è possibile introdurre il concetto “tanti-pochi”.
Attraverso la mediazione dell’adulto, il bambino può riflettere sul cambiamento di numerosità degli insiemi con cui gioca.
Comincia così a intuire che la numerosità può essere manipolata: si possono aggiungere oggetti, ma anche toglierli e distribuirli.
Il bambino intorno ai due anni comincia a familiarizzare con i precursori delle operazioni aritmetiche che solo più avanti formalizzerà con la scrittura numerica.
In questa fase, mamma e papà possono cominciare a stimolare la capacità di memorizzare una sequenza numerica, attraverso filastrocche e canzoncine. Inoltre, attraverso il gioco si può potenziare l’abilità di stima: “Mettiamo tanti sassolini nel secchiello blu e pochi sassolini nel secchiello verde!”
3) Contare e capire (dai tre ai quattro anni)
Uno studio pubblicato sulla rivista della Society for Research in Child Development ha dimostrato come l’alfabetizzazione matematica e il potenziamento delle competenze numeriche in bambini di 36 mesi siano fortemente correlate a migliori performance in matematica durante i primi anni di scuola primaria (“Maternal support of children’s early numerical concept learning predicts preschool and first gade math achievement”, Wiley online library).
Durante momenti di gioco e di routine quotidiane mamma e papà possono rafforzare le abilità matematiche in tantissimi modi.
Contando a voce alta (i gradini delle scale, gli oggetti di un set di gioco, i bambini al parco, etc), invitando il proprio bimbo a contare piccole quantità (“Vediamo se nel piatto ci sono tre fragole, contale tu!/Mi passi due forchette?“), potenziando la stima di quantità.
Il gioco dell’oca, per esempio, soprattutto se semplice e con un breve percorso, può essere un valido strumento. Con il dado, il bambino è esposto a quantità, rappresentate dai pallini, che deve saper contare, comprendere (due passi sono meno di cinque) e utilizzare funzionalmente (tre pallini mi faranno avanzare di tre caselle).
Sono utilissimi in questa fase anche libri con adesivi da attaccare. Ricordiamoci che si apprende meglio facendo!
E attenzione, mamma e papà: non dimenticate di usare le mani!
I bambini piccoli hanno sotto gli occhi una calcolatrice naturale e, utilizzando le dita, già dai 3 anni possono iniziare a risolvere piccole operazioni aritmetiche.
In questo modo, con mamma e papà mediatori, il bimbo comincerà ad acquisire i principi del conteggio (Gelman e Gallistel, 1987). Saprà che deve rispettare un ordine ben preciso quando conta (la sequenza numerica), che deve collegare ogni numero ad un solo oggetto contato e viceversa, che l’ultimo numero detto contiene tutti gli altri e che si può cominciare il conteggio da qualsiasi oggetto, l’importante è tenere a mente quelli contati e quelli ancora da contare.
Lo scopo è arrivare in età prescolare a comprendere che con i numeri si può contare tutto. Anche cose che non possiamo toccare, come i sogni e le idee!”
I libri che aiutano nostro figlio a potenziare le sue abilità matematiche
Conti e racconti. I numeri incontrano le fiabe (Prosdocimi L., Carocci)
La matematica della buonanotte (Overdock L., Vallardi)
Primi voli (Bortolato C., , Erickson)
I numeri. Tocca e senti (Wolf M., Dami editori)
I libri girevoli. I numeri (Poitier A., Gribaudo)
Se questo post vi è piaciuto e volete leggere altri consigli della dottoressa Ceccarelli, vi proponiamo Le 10 attività da spiaggia che aiutano nostro figlio a leggere e scrivere.