Mamme

Quando nasce un figlio è normale iniziare a detestare il proprio marito?

Come non odiare tuo marito dopo i figli? Sarà capitato anche a te di provare questi sentimenti contrastanti dopo la nascita di tuo figlio; credo a tutti capiti di pensare: “perché proprio con lui?“. Ecco, quando guardo il mio piccolo amore allo stesso tempo mi rendo conto di quanto con il mio compagno non siano tutte rose e fuori.

Non è colpa mia o colpa sua, dopo aver ascoltato le storie di amiche mi sono resa conto che si tratta di una fase passeggera che colpisce un po’ tutte… forse colpa degli ormoni post-gravidanza? Gli equilibri si rompono e per quanto i figli siano stati desiderati quella che era una coppia diventa una triade e le cose devono funzionare.

Quando nasce un figlio succede una cosa in tutte le famiglie: la mamma vive per lui. In tutto e per tutto. Ecco quindi che tutte le attenzioni vanno sulla nuova creatura che sarà estremamente coccolata. Mentre il papà, per quanto possa essere presente nella vita del figlio viene un po’ dimenticato, quasi messo all’angolo.

Sono stata fortunata: nonostante l’odio causato dagli ormoni, mi sono resa conto subito di aver scelto un ottimo padre per il mio bambino. Un compagno attento, premuroso, abile a cambiare i pannolini quanto a cantare canzoncine per farlo addormentare.

I figli sono di entrambi, il padre non “aiuta”, il padre fa, come è normale che sia.

Bella questa frase, la sentiamo sempre ripetere sui social ma in quante famiglie è davvero così? Ecco. Sono stata fortunata perché nella mia è andata proprio così.

Quanti papà non cambiano pannolini?

Nonostante qualche difficoltà assolutamente normale confrontandomi con le amiche-compagne-di-pancia mi sono resa conto di essere quasi una miracolata. Mariti o compagni che vanno a dormire in altre stanze per poter riposare in vista del lavoro, mariti che addirittura si spostano a casa di suocere per poter riposare e arrivare freschi freschi in ufficio. Niente nottate condivise, niente pianti gestiti in due, niente aiuti durante pannolini o poppate perché loro vanno a lavoro. Ed ecco che si iniziano a creare cicatrici nel rapporto; le mamme in preda agli ormoni e ad un neonato spesso si sentono devastate dalla fatica ma hanno quasi paura a chiedere un supporto.

Noi siamo andati volutamente controcorrente: il bimbo è con me tutto il giorno ma deve creare un rapporto anche con il papà. Ecco quindi che la culla è stata installata per essere C-O-M-O-D-I-S-S-I-M-A soprattutto per lui. Prima di ogni poppata era proprio lui a prendere il bimbo e a passarmelo ma era lui che lo coccolava nell’attesa che preparassi il biberon ed era lui stesso a prepararlo appena presa la mano.

Nonostante ciò, che comprendo a posteriori, in quel momento ero travolta dalle emozioni e bastava pochissimo per farmi sbottare. Ti faccio un esempio? Se mentre cambiava lui il pannolino qualcosa non andava come volevo e veniva dimenticato anche solo il pacchetto delle salviette umide aperto potevo far partire una discussione che nemmeno i giudici di Forum avrebbero sedato. Ecco quindi che nella nostra casa il momento idilliaco veniva interrotto da situazioni di tensione paragonabili alla guerra fredda. 

Cari mariti, vorrei darvi un consiglio: non minimizzate. Non provate a smorzare i toni, sarebbe peggio. Diamo la colpa agli ormoni ma siamo davvero sicure sia solo quello? Forse anche per noi, che vogliamo far passare tutto come estremamente naturale, in realtà è un gran pasticcio da gestire. Tra chi soffre di depressione post-partum e chi cerca di comprendere come far funzionare la propria vita c’è anche chi – e faccio parte proprio di questa categoria – non vedeva l’ora di tornare a lavoro per poter respirare un po’ e riprendersi la sua vita.

Si dice sempre che l’amore si moltiplica e non si divide. Che la famiglia è dove la vita nasce e l’amore non finisce mai.

Eppure per qualche tempo dopo il parto, presa dal bimbo ma soprattutto dovendo fare i conti con il mio ruolo cambiato, confesso di aver messo da parte il mio rapporto di coppia. Ho dato la colpa agli ormoni, poi alla stanchezza e poi a lui ma solo alla fine mi sono guardata e ho capito di essere io a dover scendere a patti con questa nuova avventura che avevamo progettato insieme.

La gioia delle prime settimane e mesi di vita di nostra figlia era sporcata da continui momenti di insofferenza (mia) e senso di colpa (suo). E a me dispiaceva enormemente, perché mi rendevo conto che il problema non lo creavo io. Il problema ero io.

Volevo riportare la nostra relazione sul binario giusto, tornare ai modi gentili e innamorati di una volta, eppure alla prima inezia tutti i miei buoni propositi puff!, sparivano.

Dopo quasi 12 mesi dalla nascita del nostro primogenito posso dirti che la bufera è passata, che c’è voluto tanto impegno da parte di entrambi e pazienza ma soprattutto volontà di fare davvero squadra. Quello che voglio dirti però è di accantonare l’idea di essere “quelli di prima”: non siete più più quelli di prima come non lo siamo io e il mio compagno; siamo sempre noi ma diversi, con una nuova missione ma innamorati e pronti a stare l’uno al fianco dell’altra.

Un figlio è come una bomba a mano. Quando nasce, provoca un’esplosione nella vostra vita e, quando la polvere si posa, il vostro matrimonio è diverso da come era prima. (Nora Ephron)

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