Quando resti incinta ti accorgi che attorno a te c’è quasi un feticismo: non importa il grado di confidenza che hanno, tutti vorranno comunque darti consigli non richiesti e toccarti la pancia. Oltre ad azzardare ipotesi sul sesso del nascituro le manate non mancheranno.
Mani. Mani ovunque.
Improvvisamente tutti vogliono toccarti e inizi a credere che faccia parte del pacchetto: in gravidanza nausee, piedi gonfi, consigli non richiesti e carezze non gradite sembrano andare a braccetto.
Tu pensi sia tutto finito ma alla fine nasce il tuo bambino: lo guardi… è irresistibile! Le sue guanciotte rosee, le gambe cicciotte, i piedini e le adorabili manine non fanno altro che spostare l’attenzione da te a lui. Sì, perché tu sei lì innamorata che lo osservi e inizi ad accorgerti della presenza di “ombre” che si aggirano attorno a lui, quasi come avvoltoi. Non sono animati da cattive intenzioni ma in te scatta l’istinto protettivo.
Perché i parenti non dovrebbero toccare i neonati
In effetti, le transenne potevano essere una buona idea. Sono nonni, genitori, zii, cugini, suoceri ma in quel momento ti appaiono come gli ottusi gabbiani di “Alla ricerca di Nemo” («Mio!Mio!Mio!Mio!»).
Sono famelici. Impazienti di strapparti il piccolo dalle braccia.
Qualcuno dice che quando nasce un bimbo nasce anche una mamma hanno più che ragione ma la verità è che questo atteggiamento fa sfociare in noi quelli che sono gli istinti animali: così come i felini proteggono i propri cuccioli da incursioni esterne anche noi mamme umane facciamo lo stesso.
Tutto sembra sotto controllo grazie anche all’assistenza di infermiere e ostetriche che in ospedale non fanno altro che ripetere ai parenti di tenere le distanze di sicurezza ma poi si torna a casa e insieme al cucciolo ti viene consegnato un libretto di istruzioni per la gestione dei primi giorni.
Tra le note trovi scritto: «Ai neonati non piace essere toccati né baciati in questa fase della vita. Attenzione poi alla trasmissione dei germi che potrebbe avvenire e bla bla bla».
Oddio… Germi.
Germi vuol dire malattie. Malattie vuol dire situazione di pericolo.
Il piccolo campanello di allarme diventa una sirena. E tu che fai? Tu inizi a sterilizzare. Tutto
Si comincia con il ciuccio e si finisce per mettere a bollire anche le chiavi della macchina.
Amuchina come se piovesse.
Napisan ad ogni lavaggio.
L’igiene prima di tutto. Sei soddisfatta.
Hai la situazione sotto controllo.
Neonati e igiene: perché gli estranei sono un pericolo
Passa così la vostra prima settimana. E finalmente decidi che la famiglia è pronta al grande passo: uscire di casa.
Ovetto, passeggino e si va.
Scendi dall’auto pronta a goderti il momento della prima passeggiata (perché col primo figlio, ogni prima esperienza è degna di nota. Il primo bagnetto. La prima tutina. Persino il primo rigurgito è stato un evento che ho accolto con stupore e che tengo stretto tra i ricordi più preziosi…).
Scendi dall’auto, dicevamo. E lì capisci che sei finita in un film di Hitchcock.
E stavolta, altro che parenti: sono estranei.
Estranei ovunque che si avvicinano e toccano il tuo bambino.
Esatto. Lo toccano.
Sui piedini…Sulle gambe… Sul viso… Sulle mani!
Eh no, sulle mani no! Perché poi lei se le mette in bocca!
All’inizio cerchi di cerchi di essere cortese, di impedirlo con delicatezza. Provi a spiegarti (e subito ti guardano malissimo).
Allora passi a metodi più decisi: quando qualcuno si avvicina, lo sollevi, lo giri, lo passi al tuo compagno, ti volti. Occhi negli occhi con l’aspirante toccatore, il tuo sguardo dice una sola cosa. Inequivocabile: ***vietato toccare. Pericolo di morte *** Eppure neanche questo basta.
Perché puoi vincere qualche battaglia, ma non la guerra: qualcuno riesce comunque ad eludere la tua sorveglianza e smanacciare ovunque il tuo bimbo indifeso.
Al di là del gesto, spesso anche prepotente, di chi pensa sia un suo diritto toccare i bambini altrui, il problema igiene non è certo trascurabile
Almeno per me.
Mio marito, invece, si limita a scuotere la testa e commenta conciliante: «si fa gli anticorpi».
Perché, care mamme novelle, sappiatelo: altro che diamanti.
Il Napisan è per sempre