Smettiamo per una volta di parlare solo di mammitudine e torniamo a dove tutto è cominciato. Nel talamo nuziale, se preferite (o in macchina, sulla lavatrice, sul tavolo della cucina, sulla scrivania dell’ufficio…ah, quando eravamo gggiovani e spensierati!). Là dove i nostri figli sono stati concepiti. Oggi, amiche, parliamo di sesso. Ma non il sesso normale. Quello più avventuroso, estremo, mitologico, inseguito, cercato, fuggito: il sesso dopo i figli.
Lasciando da parte le difficoltà logistiche (bambini con radar-anti-fratellino, carenza strutturale di sonno, lettone invaso da creature di varia natura, puntate di Masha e Orso non abbastanza avvincenti da tenere impegnata la prole), parliamo di sesso dopo leggendo l’intervista a Pamela Martinelli, ostetrica, mamma e presidente dell’associazione Madre Per Natura.
Dopo quanto tempo si può riprendere l’attività sessuale dopo il parto?
“Durante la gravidanza il corpo della donna subisce varie modificazioni, peggioramenti in tutto il corpo: la pelle del viso erimatosa con venuzze, i capelli unti e forforosi, un gonfiore diffuuso, alitosi, le gambe due CIOCCHI RIGIDI e cicciousi, e il piede un maritozzo rigonfio che scoppia nello zoccolo ortopedico, sempre calzato con il calzino del partner, sempre blu… blu e con i pelucchi di lana veecchia”.
Dopo il parto non vi sono dei termini assoluti entro i quali sia possibile o meno riprendere i rapporti sessuali. Innanzitutto è da considerare la componente psicologica, la neomamma sente il bisogno di recuperare il suo corpo, da pancione pieno e armonioso si confronta ora con una pancia vuota e morbida ben lontana dagli stereotipi di bellezza canonici. Gli ormoni legati al parto e all’allattamento offrono un senso di appagamento sessuale, una sessualità ben lontana da quella che siamo soliti immaginare, una sessualità ormonale che inibisce la libido. Inoltre dopo il parto il corpo è “fragile” o almeno è questa la percezione che ne deriva; la vagina può essere gonfia e dolente, talvolta con punti. É molto frequente la presenza di emorroidi e in donne cesareizzate la ripresa è chiaramente più lenta per via della ferita addominale.
Ma vediamo i singoli casi
Le donne che hanno avuto un parto vaginale spontaneo senza lacerazioni avranno una ripresa probabilmente più veloce, ma nonostante l’assenza di punti le caratteristiche ormonali del mesi successivi al parto inducono una secchezza vaginale che può ostacolare la penetrazione, in virtù di questo è suggerito attendere i propri tempi di ripresa e iniziare dolcemente senza creare traumi alla mucosa vaginale. È inoltre possibile usare lubrificanti possibilmente di ottima qualità a base di acqua e senza sostanze irritanti, meglio ancora se si utilizza un buon olio di mandorla o un olio per il perineo. La presenza di punti da lacerazione o peggio da episiotomia può dare ulteriore dolorabilità legata alla difficoltà di cicatrizzazione e riepitelizzazione delle varie zone della vagina, in questo caso sarà utile effettuare degli impacchi di argilla verde ventilata in combinazione con tintura madre di calendula per asciugare, sfiammare e cicatrizzare la zona. Qualora la dolenzia fosse legata a contratture muscolari del pavimento pelvico sarebbe allora consigliabile effettuare una valutazione della muscolatura vaginale con un’ostetrica esperta in pavimento pelvico e riabilitazione urogenitale. Le donne che hanno avuto un cesareo possono incorrere nelle medesime problematiche di natura ormonale o muscolare fatta eccezione dei disturbi la cicatrizzazione.
Quali accortezze usare?
L’ascolto dei propri tempi e l’uso di un buon lubrificante sono i primi passi verso una ripresa più semplice e indolore. Molto utile è anche iniziare la ripresa della sessualità ricorrendo ai preliminari e ad una sessualità più dolce in modo da favorire la lubrificazione e l’ammorbidirsi dei tessuti.
É normale avvertire dolore? Se sì, quando non è più normale e diventa un campanello d’allarme?
Nei primi tentativi, tanto più se questi avvengono in tempi molto precoci, è quasi una costante avvertire dolore o bruciore che gradualmente vanno a ridursi man mano che la donna riprende confidenza con il proprio corpo, la paura va sparendo e la vagina riprende le sue caratteristiche. Talvolta però, a seguito di spinte forzate (manovra di Valsava), posizioni non fisiologiche durante il parto, manovre di kristeller o semplicemente a seguito di una rotazione anomala o una particolare pressione da parte della testa fetale, la parete muscolare del bacino e della vagina può irrigidirsi al punto da creare molto dolore e reiterato nel tempo. Se questo si protrae per oltre sei mesi dopo il parto o si associa a perdita di urina e assenza di sensazioni vaginali e orgasmo, allora è consigliabile una valutazione pelvica.
É normale avvertire molta secchezza? Come ovviare?
La secchezza, un po’ come la stitichezza, è molto frequente nel post parto. Questo per una ragione molto semplice, il corpo è estremamente intelligente e da al bambino la precedenza sottraendo liquidi un po’ dappertutto nel corpo, questo con il fine ultimo di garantire i liquidi necessari per produrre latte. Ancora una volta l’uso di lubrificanti sarà molto utile. In più talvolta lo stiramento della parete vaginale può alterare la funzionalità delle ghiandole sebacee perivaginali, in questo caso un massaggio perineale simile a quello effettuato nelle ultime settimane di gravidanza può favorire e facilitare la lubrificazione andando a rivascolarizzare, ossigenare ed elasticizzare la zona.
Che metodi contraccettivi si possono usare in allattamento?
L’istituto superiore di sanità suggerisce alle donne in allattamento le seguenti modalità contraccettive:
- Metodi di barriera quali preservativo o diaframma. Per l’uso del diaframma sarà necessaria una attesa di circa 6 settimane dopo il parto al fine di assicurare all’utero il ripristino delle dimensioni pregravidiche
- Pillola progestinica, suggerita oltre le sei settimane dal parto in quanto potrebbe influire nello sviluppo cerebrale. Da sottolineare come studi effettuati sui ratti abbiamo escluso possibili danni ma in vi precauzionale è sconsigliata prima delle sei settimane.
- Sistema intrauterino al levonorgestel e spirale al rame, da inserire non prima di quattro settimane dopo il parto.
- Metodo dell’amenorrea da lattazione,in grado di inibire la fertilità del 98% ma ponendo attenzione a seguire tale metodo non oltre i primi sei mesi di vita del bambino, la donna prosegua a non avere mestruazioni l’allattamento al seno sia esclusivo.
- Metodi naturali
Ecco, i metodi naturali: ci possiamo fidare?
Facciamo un breve excursus:
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- Il metodo Ogino-Knaus prevede il calcolo probabilistico della fertilità, sottraendo 14 giorni dal presunto arrivo della mestrazione successiva.
- Il metodo Billings o metodo del muco cervicale prevede l’osservazione da parte della donna della massima filanza del muco cervicale come indicatore dei propri giorni fertili
- Il metodo della temperatura basale permette una efficace valutazione delle oscillazioni ormonali, quindi una valutazione dei giorni fertili.
Ad oggi è possibile combinare l’efficacia dei metodi naturali con apparecchi elettronici in grado di fare una stima molto accurata dei giorni fertili in base alle indicazioni fornite dalla donna in relazione alla stima che l’apparecchio stesso effettua relativamente la temperatura basale. Tale metodo combinato gode di un indice di Pearl, o indice di sicurezza, pari a quello che contraccettivi ormonali
É normale avvertire dei cambiamenti a livello fisico? Molte donne sia in presenza di lacerazioni/cicatrici che non, riferiscono di sentire differenze di conformazione all’interno della vagina
“L’orgasmo è uno, ma può anche non essere, ma di questo parleremo a proposito dell’orgasmo femminile.”
La gravidanza con il suo peculiare assetto ormonale modifica la vagina rendendola più morbida e gonfia, successivamente durante il parto lo stiramento delle fibre muscolari e delle pliche cutanee può rendere la pelle più liscia e meno rugosa, tutto questo offre alla donna sensazioni differenti sulla sua intimità. Se poi il parto ha causato lacerazioni o ferite è possibile che la parete muscolare abbia perso tono, in questo caso le sensazioni o i disturbi potranno variare sulla base della fascia compromessa dando difficoltà di contenimento urinario piuttosto che fecale o mancanza di sensazioni vaginali e orgasmo duranti i rapporti sessuali. In questo caso ancora una volta sarà suggerita una valutazione pelvica.
La domanda che tutte ci siamo poste: la mia vagina tornerà normale dopo il parto?
Considerando un parto vaginale e indisturbato, assistito in modo protettivo nei confronti della vagina ovvero senza l’imposizione di una posizione supina, pressioni sull’addome e spinte forzate ridarà indietro alla donna la sua vagina. È però chiaro che come ogni parte del nostro corpo gli effetti degli ormoni durante la gravidanza e il passaggio del bambino modificheranno l’aspetto interno rendendo la vagina più ampia, morbida e liscia. Possiamo dire che semplicemente la vagina “cresce” e si modifica come ogni parte del corpo, basterà imparare a godere degli aspetti positivi di alcuni piccoli cambiamenti, ma posso affermare che spesso queste modificazioni non vengono neanche percepite dalle donne.
Anche il sesso femminile, come il sesso maschile, non è sempre dello stesso aspetto: all’inizio infatti è…e..u..è..liscia..non ha tutti quei… e..si presenta…..CALVA, ma con l’uso può subire un certo… SMOTTAMENTO, e con l’età afflosciarsi; ciò, c’è da dire, non a carico degli organi esterni, più a carico degli organi interni, ed è per questo che la donna può DARLA A BERE molto più a lungo dell’uomo, che invece con l’età quello… prolassa..
Calo del desiderio nei mesi successivi al parto: quando è normale e quando (dopo quanto?) è il caso magari di fare accertamenti/dosaggi ormonali?
Come accennavo in precedenza subito dopo il parto la donna vive uno stato di appagamento sessuale che potremmo definire affettivo ed ormonale. Si trova a vivere la più intensa relazione amorosa della sua vita e gli ormoni dell’allattamento, che ricordo essere di natura sessuale, le offrono un particolare stato di appagamento. È importante ricordare che nei 9 mesi successivi al parto tanto la donna quanto il bambino vivranno una fase chiamata “esogestazione” in cui verrà ricalcato il vissuto emozionale dei vari trimestri di gravidanza. Nei primi tre mesi la simbiosi madre-figlio e il profondo conflitto interiore tra l’essere madre e l’essere donna porteranno la donna a concentrarsi su se stessa e sulle modificazioni della propria vita. Nei tre mesi successivi la relazione con il bambino diviene esclusiva e profonda e lo stato di appagamento amoroso che vive la rendono del tutto assorbita da questa nuova storia d’amore. Il terzo trimestre, con l’aiuto del calo ormonale post divezzamento, riporterà la sua attenzione al suo essere individuo “separato” dal bambino ed è proprio questa la fase in cui spesso si torna ad avere una relazione sessuale più appagante e spontanea.
La coppia però può risentirne
La nascita di un figlio mette la coppia a dura prova con la presenza e l’ingresso in famiglia di un nuovo individuo con proprie necessità e richieste ma totalmente dipendente dai genitori per la sua sopravvivenza fisica ed affettiva. Se i due genitori stentano a trovare ed immedesimarsi ognuno nel proprio ruolo di madre/padre e la coppia stenta a trovare il proprio spazio affettivo e relazionale allora spesso il sesso fatica a ripartire ed è questo il momento in cui uno o l’altro utilizzeranno la scusa del figlio come “distanziatore” tra le lenzuola.
Il seno: è normale che in allattamento perda completamente la sensibilità come zona erogena? É solo un fatto fisico o ci sono componenti mentali?
Come già citato il seno acquisisce attraverso l’allattamento una nuova valenza ed una nuova forma di appagamento sessuale, inoltre il fatto che il bambino sia così spesso attaccato al seno toglie a questa parte del corpo la sua valenza erogena per lasciar spazio all’aspetto affettivo. Il seno perde il suo erotismo anche in virtù del fatto che si trasforma in luogo fisico del bambino.
Sono possibili sensazioni diverse dopo il parto? Donne riferiscono di sentire molto meno piacere durante il sesso, altre il contrario. E ancora: può esserci un collegamento psicologico con il vissuto del parto?
Purtroppo si, le sensazioni possono radicalmente cambiare o addirittura svanire, può comparire dolore intenso, ma a proposito di questo ci tengo a precisare che non è il parto a trasformare radicalmente il sesso, bensì la cattiva gestione dell’evento parto sia da un punto di vista fisico che emozionale e psicologico. Le donne con un vissuto negativo di parto vivono la propria ferita spesso non solo fisica ma piuttosto emotiva, al pari di una violenza sessuale peraltro avvenuta nel momento di massima fragilità della donna. Durante il parto la mamma si mette a nudo, in ogni senso possibile, ferirla in modo indelebile è incredibilmente semplice, per questo mi impegno ogni giorno a rendere le donne consapevoli e protagoniste della propria esperienza, questa si ripercuote su ogni aspetto della propria femminilità. Al contrario un’esperienza appagante di parto può trasformare la vagina in modo positivo, come dicevo pocanzi, la vagina “cresce” ed impara anche attraverso il parto in quanto evento sessuale ed erotica.