Cinque modi per sopravvivere ai Nani Malefici
(Che di solito non sono sette, come nelle favole, ma sporcano la stessa quantità di panni, mangiano come un reggimento e fanno più baccano di un’orchestra che si accorda).
C’era una volta una principessa, bellissima, magra e con i capelli sempre perfetti, che incontrò un principe altrettanto aitante e impeccabile. Insieme andarono a vivere in un castello scintillante e pulito (pulitissimo) dove ogni stanza aveva il nome di una cosa bella. Poi arrivarono i principini, tanti angioletti belli e profumati, sempre pettinati e puliti anche loro, che non sporcavano mai (mai!) e andavano in giro per il castello con circospezione per evitare di far cadere oggetti o sporcare i pavimenti cristallini. La vita in quel castello era semplicemente perfetta e tutti vissero felici e puliti per sempre…
Nessuno crede più alle favole, tanto meno a quelle in cui la gravidanza prima e la maternità poi sono dei periodi idilliaci, costellati di soddisfazioni, sorrisi e “foto da Instagram”. La verità è fatta di stanchezza, disordine e tante cose da fare che rimangono lì, ferme ad aspettare che qualcuno trovi tempo per loro. Ma abbiamo delle testimonianze: ci sono mamme che ce l’hanno fatta, sono sopravvissute ai bambini piccoli e ora vivono felici! Abbiamo trovato il diario di una di queste eroine e vogliamo condividere con voi la nostra esperienza: ecco una guida semiseria per affrontare le difficoltà del quotidiano e trovare conforto e solidarietà nelle esperienze delle altre mamme!
- “Dormi quando il piccolo dorme!” Come se fosse facile, semplice e realizzabile… E se i piccoli sono due? E se fossero davvero sette? È molto meglio provare a ritagliarsi dei momenti della giornata in cui rilassarsi insieme e spezzare il turbine delle attività giornaliere. Per esempio, a metà pomeriggio, insieme alla merenda, scegliere un libro e creare un “momento siesta” per leggere insieme e rilassarsi. Una ricarica di mezz’ora per poi affrontare la parte finale della giornata.
- Non combattere contro il cesto dei panni sporchi: leggende metropolitane dicono che nessuno lo ha mai visto vuoto, neanche chi li vende. E se anche pensate che a casa vostra viva nascosta una squadra di calcio, che ammucchia vestiti di nascosto nella lavanderia, l’unica cosa da fare è: far finta di nulla, ignorare la situazione per quanto tragica sia. Tanto sapete che la sfida è persa.
- Per accettare che casa vostra viva in un costante disordine, basta non aprire Instagram. Vale a dire: non fare confronti con quello che non potrà mai esistere nella realtà: una casa perfetta, pulita, con i cuscini sprimacciati e i fiori freschi sul tavolo. Tutte le case del mondo (quelle vere) sono come la vostra: un caos, un mostro che fagocita oggetti e restituisce indietro pezzi di cibo ammuffito (solitamente sotto i cuscini del divano).
- La notte è fatta per dormire. Chi l’ha detto? Quando avevate 20 anni per quante ore di seguito dormivate? A che ora andavate a letto? Ecco, prendetela come una seconda giovinezza e sostituite gli hangover alle poppate, alle pipì, ai “mammaaaaaa” continui. L’effetto finale (di scombussolamento e totale alienazione) è lo stesso.
- Non siete più quelle di una volta, e per fortuna! Smettetela di guardare le foto di quando i capelli erano ordinati e la forma fisica perfetta. Il corpo stanco e stravolto nel quale abitate ha generato uno o più Nani Malefici e sta combattendo la sua battaglia più impegnativa: dovete essere dalla sua parte, non remargli contro e criticarlo. Su, per le disapprovazioni basta una suocera, no? E soprattutto, si torna al punto 3) non aprite Instagram.
A corollario di quanto detto, ricordatevi sempre di circondarvi di buone amiche (quelle che non criticano e che non dicono “io farei così”): ce ne sono tante, anche sconosciute, nelle vostre stesse condizioni. La storia di Nathalie, per esempio, è un percorso a ostacoli quotidiano, fatto di mancanze, errori, frustrazioni e autoconsapevolezza. Ma chi l’ha detto che la felicità è sinonimo di perfezione? E se, invece, usassimo l’ironia per valutare la nostra vita? Sarebbe tutto più semplice.
Capelli sporchi, corse in macchina, case sottosopra, domande imbarazzanti e richieste assurde dei Nani Malefici: tutto si può trasformare grazie a un esercizio di leggerezza. Nathalie, per esempio, riesce a esorcizzare tutte le emozioni negative nella scrittura, una sorta di auto-terapia da cui nasce un diario che parla a cuore aperto alle mamme di ogni generazione. E, ripetendolo a sé stessa, ricorda a tutte noi che non bisogna perdersi d’animo. L’importante è affrontare le piccole, e spesso grandi, sfide quotidiane con un pizzico di leggerezza (che non è superficialità) e quanto basta di un’autoironia: una ricetta che farà lo stress di ogni giorno più sopportabile e ci renderà meno severe con noi stesse. Il diario di Nathalie è anche un modo di confrontarsi con altre mamme per condividere gioie e dolori di questa magnifica avventura che è la maternità. Siete curiose?
Nathalie Luisoni, autrice luganese al suo esordio letterario con la casa editrice milanese bookabook, ci regala un libro autobiografico spigliato e divertente, rumoroso e soprattutto onesto: perché la maternità a volte non è tutta rose e fiori. Bookabook è la casa editrice che mette il lettore al centro della vita del libro. I libri del catalogo di Bookabook sono stati scelti due volte: la prima da una redazione di professionisti, la seconda dai lettori, che hanno la possibilità di leggerli in anteprima e di contribuire, attraverso il passaparola, a scriverne il successo e a portarli sugli scaffali delle librerie. Per conoscere meglio il catalogo di bookabook clicca qui https://bookabook.it/opinioni-recensioni/.