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Allattamento: come prevenire ragadi e infezioni

Allattare al seno il proprio bambino appena nato: non c’è nulla di più naturale, in fondo: siamo mammiferi. Eppure come mostrano i dati delle ultime ricerche Istat non è così semplice. Quasi il 20% delle mamme non lo fa, e moltissime rinunciano dopo poche settimane.

I motivi possono essere molti, e la libera scelta è uno di questi. Ma quando invece si vorrebbe e non si riesce, ecco che entra in gioco una figura importantissima: l’ostetrica, che ha le competenze per seguire la donna anche nel post parto.

In un’intervista di Pamela Martinelli, fondatrice di Madre per Natura, sono stati affrontati alcuni aspetti fondamentali che possono aiutare a comprendere come migliorare l’allattamento evitando ragadi e prevenendo infezioni.

I problemi ai capezzoli

È normale provare dolore durante l’allattamento?

Alcune donne sperimentano il dolore del capezzolo durante l’allattamento e molte di loro si arrendono a questa evenienza pensando che sia una condizione perlopiù normale almeno nella prima fase. Questa idea, del tutto sbagliata, può scoraggiare la mamma e indurla, talvolta, ad arrendersi al biberon. Il dolore in natura rappresenta un campanello di allarme che anche in questo caso va osservato e valutato con attenzione.

Quali sono le cause del dolore in allattamento?

Un attacco sbagliato in primis.

Può capitare che il bambino ciucci solamente il capezzolo, sollecitando quest’ultimo con la zona del palato duro.

Questo determina inevitabilmente del dolore che può portare all’insorgenza delle tanto temute ragadi, vere e proprie ferite sul capezzolo.

L’attitudine della mamma ad allattare il bambino sempre nella stessa posizione.

All’inizio la donna ha bisogno, come in ogni situazione nuova, di abituarsi alla nuova sensazione che la suzione del bambino crea e il capezzolo riceve una sollecitazione mai provata fino a quel momento.

Allattare in posizioni diverse ad ogni poppata aiuta il capezzolo ad adattarsi gradualmente alla nuova stimolazione e impedisce che la suzione possa pian piano irritarlo.

Inoltre, lo svuotamento di differenti dotti previene i fastidiosi ingorghi.

O ancora la candidosi, un’infezione fungina che nasce in ambiente caldo umido dando macchie biancastre e un dolore trafittivo all’interno del seno.

Altra causa di dolore può essere la presenza di vasospasmo.

Il bambino, non attaccandosi correttamente, comprime il capezzolo contro il palato duro, il sangue all’interno del capezzolo stesso non fluisce bene e si blocca il flusso sanguigno. Quando il bambino lascia il capezzolo staccandosi, il sangue ricomincia a fluire dando una forte sensazione di dolore alla mamma. Spesso il capezzolo, quando esce dalla bocca del bambino, ha la forma appuntita o schiacciata, come la punta di un rossetto nuovo.

Come verificare l’attacco del bambino?

È possibile assicurarsi che il bambino prenda il capezzolo correttamente osservando che la sua bocca sia completamente aperta creando una ventosa intorno all’areola con le labbra estroflesse all’esterno. È necessario che la bocca e il naso siano rivolti verso il capezzolo e il mento appoggiato sul seno stesso. Molto importante è anche la posizione del corpo del bambino che dovrà essere ben allineato al corpo della madre e con il pancino che aderisce al corpo materno.

La suzione, che all’inizio è rapida, diventa man mano lenta e profonda, con pause per deglutire.

Ci sono prodotti utilizzabili per preparare il seno all’allattamento già i gravidanza? O routine particolari?

Non esistono particolari accorgimenti da attuare in gravidanza, né routine particolari a cui attenersi. Un tempo alle donne in gravidanza si suggeriva di massaggiare vigorosamente il capezzoli con una spugna o un asciugamano, ma col tempo si è appreso che questa metodica portava via al capezzolo un prezioso strato protettivo che il seno stesso produce per se stesso.

Sono piuttosto suggeriti dei massaggi delicati, come ogni altra parte del corpo è sano rendere la parte morbida e ben idratata usando un buon olio idratante.

Quali prodotti usare sui capezzoli, che non abbiano bisogno di risciacquo?

Un attacco corretto del bambino al seno previene ogni forma di disturbo a carico del capezzolo, il prodotto più prezioso che possiamo applicare dopo la poppata e che in assoluto non necessita di risciacquo è il latte di mamma.

Ricco in principi nutritivi e componenti immunitarie è perfettamente in grado di proteggere il capezzolo e ripararlo da possibili piccole lesioni.

In aggiunta possiamo idratare il seno massaggiandolo con un olio di calendula puro e biologico che idrati la pelle e la renda morbida.

Molto utilizzata è la lanolina pura, una sostanza che si produce a partire dalle ghiandole sebacee sul mantello delle pecore, che proprio perché di derivazione animale può risultare allergizzante in soggetti predisposti.

Come lavare il seno? Va lavato in modo specifico o basta l’igiene quotidiana?

Il seno non ha bisogno di una particolare routine igienica, va lavato e idratato nella misura in cui lo si fa con il resto del corpo ed utilizzando detergenti delicati per non seccare la pelle e mantenerla morbida.

Cosa non fare assolutamente?

La peggiore informazione nell’ambito della cura del seno è sicuramente quella relativa allo sfregamento del seno con alcool o in generale con tessuti ruvidi.

L’alcol è una sostanza aggressiva che disidrata la pelle e rimuove il prezioso film protettivo che riveste areola e capezzolo. Allo stesso modo un massaggio aggressivo di una zona tanto delicata è inutile e dannoso

Ho le ragadi: che fare?

La presenza di una ragade è il primo segnale di un attacco scorretto, quindi come primo passo è necessario correggere l’attacco e migliorare la posizione del bambino durante la poppata.

Può anche accadere che nei primissimi giorni, specie in donne con pelle delicata e sensibile si creino zone dolenti ed irritate che possono evolversi in una ragade se la mamma non varia spesso la posizione di allattamento dando al capezzolo la possibilità di adattarsi gradualmente alla nuova condizione

I paracapezzoli servono?

Il paracapezzolo come ogni tipo di tettarella, dal biberon al ciuccio, e specie nelle prime settimane di vita può rappresentare un fattore che mette a rischio l’attacco del bambino, creando confusione tra la modalità di suzione al seno e quella della tettarella.

È quindi sconsigliabile utilizzarla, anche in caso di capezzolo piatto, a meno che il bambino non manifesti una palese difficoltà nella ricerca del capezzolo, perché potrebbe creare un difetto di attacco e quindi portare all’insorgenza di ragadi.

Vero è che in donne con ragadi profonde a volte la protezione che offre la tettarella e lo schermo che si crea tra il palato e il capezzolo può diventare un piccolo incoraggiamento a proseguire per poi eliminarle non appena il dolore diventa più sopportabile e sostenendo l’attacco con l’aiuto di una figura esperta

Quali coppette assorbilatte usare?

Le coppette assorbilatte sono uno strumento molto utile per tutte le donne che tendono a”perdere” latte e gocciolare. Ci sono donne che non potrebbero farne a meno perché avrebbero la maglietta costantemente zuppa, da qui la loro utilità.

Di controparte la barriera caldo umida che si crea può diventare un ottimo ambiente per la proliferazione di candida o altre infezioni specie se sono presenti ragadi, quindi suggerisco di usarle meno possibile e di tenere il seno allo scoperto tra le mura domestiche.

In alternativa, è possibile usare coppette lavabili, anche casalinghe e fai da te: via libera alla vecchia federa di cotone o di flanella ritagliata e cucita ad hoc che risulta indubbiamente più traspirante

Copricapezzoli in argento: funzionano?

La coppetta di argento è molto conosciuta ed usata dalla mamme alle prese con piccole e grandi difficoltà di allattamento.

Questo metallo ha ottime proprietà cicatrizzanti e antisettiche che favoriscono la cicatrizzazione e la prevenzione da possibili infezioni.

Il livello di gradimento da parte delle donne è sempre soggettivo: qualcuna ne trova un assoluto giovamento, qualcun’altra meno, in ogni caso suggerisco di non indossarle per periodi di tempi troppo prolungati per favorire l’areazione della zona.

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